Una mamma polipo la riconosci subito perché di
solito è sempre di corsa con uno o più nanetti attaccati alla mano, agitata
mentre emette frasi evidentemente incomprensibili del tipo “forza dai che è
tardi”, “bambini mettetevi le scarpe, quanto ci vuole?!”, “camminate più velocemente
altrimenti faremo tardi a scuola”… mentre i nanetti si abbandonano alla morsa
della mamma, esausta per i discorsi ripetuti come un disco rotto, chi urlando e
chi mugugnando con i lacrimoni che si confondono al moccio del naso!
Oppure vi
ritrovare di più nella mamma zen che
mentre accompagna i figli a scuola si ritrova a spiegare ai piccoli mostri il
perché esistenziale della vita e sul perché il compagno di banco non gli presti
mai i suoi colori?
Molte poi sono
le mamme bifasiche che mentre
incoraggiano il figlio a scendere dalla macchina con un calmo “dai amore mio,
scendi dalla macchina che siamo in ritardo” finiscono con l’afferrare il gracile
braccio e tirarlo come fosse una canna da pesca con il pesce all’amo.
Io in chi mi
riconosco?! Fate un bel mix e spunterò dal cilindro magico!
Ma seriamente, mantenere viva una famiglia è oggi una
delle sfide più ardue, che spesso ricade sulle spalle di noi mamme e se come
nel mio caso finisce col crollare, per una mamma diventa ancor più difficile
cercare di conciliare gli impegni di mamma con il lavoro. Bastano 9 mesi per perdere la stabilità conquistata
con anni di studio e con un lavoro ritagliato su misura… ma che mal si indossa
poi con il pancione e le curve da neo mamma…
Già, questa è anche la mia storia, ognuna di noi mamme
ne ha una.
Storie di sacrifici e rinunce, di ambizioni e fantasia,
si perché a noi mamme la fantasia non manca e nemmeno la tenacia
nell’affrontare le sfide della vita, soprattutto per riuscire a conciliare famiglia
e lavoro… io non so ancora bene come, ma ci sto provando, con alti e bassi ed
il bisogno di affrontare dei cambiamenti per la stabilità della mia famiglia.
Perché vi parlo di queste cose? Perché da quando sono
mamma, da 6 anni ormai, incontro sempre più donne costrette a limitare se non
cambiare la propria occupazione perché il mondo del lavoro in Italia non è
purtroppo un mondo per mamme.
La legge tutela le lavoratrici in dolce attesa
vietandone il licenziamento ed impedendo che siano adibite a lavori pesanti,
pericolosi e notturni. Sono previsti permessi per esami e visite mediche.
Ovviamente c’è un periodo (di 5 mesi) nei quali la futura mamma deve astenersi
dal lavoro, ovvero il congedo di maternità. Tutte cose che garantiscono ad una
donna di godere di uno dei periodi più belli della propria vita, in cui il
corpo si trasforma per accogliere una nuova vita e metterla al mondo.
I problemi però sorgono dopo… perché i bambini sono
essere indifesi che dipendono da noi!
Purtroppo se flessibilità e mobilità sono le parole
chiave del mondo del lavoro moderno, sono anche le parole che meglio
definiscono i motivi per cui molte mamme si vedono costrette a lasciare il
lavoro. Orari inconciliabili con quelli del marito piuttosto che trasferimenti
troppo lontani per riuscire a gestire i tempi… Diciamocelo, quanto è difficile
conciliare gli impegni di lavoro con quelli famigliari se non abbiamo alcun
aiuto?
Si perché se un lavoro lo abbiamo, chi si occupa dei
bambini? Spesso i nonni ancora lavorano ed aspettano ansiosi la pensione per
poter avere del tempo libero o semplicemente come spesso accade non se la
sentono di farsi carico alla loro età della responsabilità dei piccoli nanetti
che non ne vogliono saperne di stare tranquilli, del resto son bambini…
C’è chi riesce ad inserire il proprio figlio all’asilo
nido ma spesso sento dire che “la retta è troppo cara” e per le famiglie è una
spesa che pesa troppo sul bilancio… praticamente lo stipendio di mamma se ne va
tra asilo e baby sitter, si perché il nido come pure la materna, o meglio la scuola
dell’infanzia (perché continuino a cambiar nome è un mistero) chiudono alle 16….
Quest’ultima poi accoglie i nostri piccoletti solo dalle 8 di mattina quando il
mondo del lavoro già è attivo ed allora vedi mamme che scappano come palline
nel flipper rimbalzate dai mille impegni finché esauste la sera cadono nella
buca del letto.
Non ne parliamo poi se il bambino è già cresciuto e
frequenta la scuola primaria dove l’uscita è prevista per le 13 ed i bambini
carichi come trasportatori di ghiaccio arrivano a casa affamati con i “fatidici”
compiti da svolgere prima di correre all’allenamento di calcio o alla lezione
di danza! Ma la mamma tassista sincronizzata con il fischietto dell’allenatore ingrana la marcia ed
accompagna tutti negli spogliatoi!
A settembre anche il mio cucciolo d’uomo dovrò iniziare
il suo percorso scolastico…libri, quaderni, penne e matite… quante emozioni in
pochi oggetti che da mamma guardo con commozione perché so che ormai sta
crescendo…
….ed è questo che noi mamme vorremo fare… vedere i
nostri figli crescere nell’amore e serenità… se solo fosse un po più facile…
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