martedì 2 giugno 2015

Noi mamme multitasking

Una mamma polipo la riconosci subito perché di solito è sempre di corsa con uno o più nanetti attaccati alla mano, agitata mentre emette frasi evidentemente incomprensibili del tipo “forza dai che è tardi”, “bambini mettetevi le scarpe, quanto ci vuole?!”, “camminate più velocemente altrimenti faremo tardi a scuola”… mentre i nanetti si abbandonano alla morsa della mamma, esausta per i discorsi ripetuti come un disco rotto, chi urlando e chi mugugnando con i lacrimoni che si confondono al moccio del naso!
Oppure vi ritrovare di più nella mamma zen che mentre accompagna i figli a scuola si ritrova a spiegare ai piccoli mostri il perché esistenziale della vita e sul perché il compagno di banco non gli presti mai i suoi colori?
Molte poi sono le mamme bifasiche che mentre incoraggiano il figlio a scendere dalla macchina con un calmo “dai amore mio, scendi dalla macchina che siamo in ritardo” finiscono con l’afferrare il gracile braccio e tirarlo come fosse una canna da pesca con il pesce all’amo.

Io in chi mi riconosco?! Fate un bel mix e spunterò dal cilindro magico!     



Ma seriamente, mantenere viva una famiglia è oggi una delle sfide più ardue, che spesso ricade sulle spalle di noi mamme e se come nel mio caso finisce col crollare, per una mamma diventa ancor più difficile cercare di conciliare gli impegni di mamma con il lavoro.  Bastano 9 mesi per perdere la stabilità conquistata con anni di studio e con un lavoro ritagliato su misura… ma che mal si indossa poi con il pancione e le curve da neo mamma…

Già, questa è anche la mia storia, ognuna di noi mamme ne ha una.

Storie di sacrifici e rinunce, di ambizioni e fantasia, si perché a noi mamme la fantasia non manca e nemmeno la tenacia nell’affrontare le sfide della vita, soprattutto per riuscire a conciliare famiglia e lavoro… io non so ancora bene come, ma ci sto provando, con alti e bassi ed il bisogno di affrontare dei cambiamenti per la stabilità della mia famiglia.

Perché vi parlo di queste cose? Perché da quando sono mamma, da 6 anni ormai, incontro sempre più donne costrette a limitare se non cambiare la propria occupazione perché il mondo del lavoro in Italia non è purtroppo un mondo per mamme.
La legge tutela le lavoratrici in dolce attesa vietandone il licenziamento ed impedendo che siano adibite a lavori pesanti, pericolosi e notturni. Sono previsti permessi per esami e visite mediche. Ovviamente c’è un periodo (di 5 mesi) nei quali la futura mamma deve astenersi dal lavoro, ovvero il congedo di maternità. Tutte cose che garantiscono ad una donna di godere di uno dei periodi più belli della propria vita, in cui il corpo si trasforma per accogliere una nuova vita e metterla al mondo.

I problemi però sorgono dopo… perché i bambini sono essere indifesi che dipendono da noi!
Purtroppo se flessibilità e mobilità sono le parole chiave del mondo del lavoro moderno, sono anche le parole che meglio definiscono i motivi per cui molte mamme si vedono costrette a lasciare il lavoro. Orari inconciliabili con quelli del marito piuttosto che trasferimenti troppo lontani per riuscire a gestire i tempi… Diciamocelo, quanto è difficile conciliare gli impegni di lavoro con quelli famigliari se non abbiamo alcun aiuto?
Si perché se un lavoro lo abbiamo, chi si occupa dei bambini? Spesso i nonni ancora lavorano ed aspettano ansiosi la pensione per poter avere del tempo libero o semplicemente come spesso accade non se la sentono di farsi carico alla loro età della responsabilità dei piccoli nanetti che non ne vogliono saperne di stare tranquilli, del resto son bambini…

C’è chi riesce ad inserire il proprio figlio all’asilo nido ma spesso sento dire che “la retta è troppo cara” e per le famiglie è una spesa che pesa troppo sul bilancio… praticamente lo stipendio di mamma se ne va tra asilo e baby sitter, si perché il nido come pure la materna, o meglio la scuola dell’infanzia (perché continuino a cambiar nome è un mistero) chiudono alle 16…. Quest’ultima poi accoglie i nostri piccoletti solo dalle 8 di mattina quando il mondo del lavoro già è attivo ed allora vedi mamme che scappano come palline nel flipper rimbalzate dai mille impegni finché esauste la sera cadono nella buca del letto.   

Non ne parliamo poi se il bambino è già cresciuto e frequenta la scuola primaria dove l’uscita è prevista per le 13 ed i bambini carichi come trasportatori di ghiaccio arrivano a casa affamati con i “fatidici” compiti da svolgere prima di correre all’allenamento di calcio o alla lezione di danza! Ma la mamma tassista sincronizzata con il fischietto dell’allenatore ingrana la marcia ed accompagna tutti negli spogliatoi!

A settembre anche il mio cucciolo d’uomo dovrò iniziare il suo percorso scolastico…libri, quaderni, penne e matite… quante emozioni in pochi oggetti che da mamma guardo con commozione perché so che ormai sta crescendo…


….ed è questo che noi mamme vorremo fare… vedere i nostri figli crescere nell’amore e serenità… se solo fosse un po più facile…

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